Oggi ho assistito ad una scena
interessante nell'autobus che quotidianamente prendo per recarmi al
luogo di lavoro. Una madre con una bambina (non tedesche) salgono nel
mezzo, la madre paga il biglietto, la bambina no. Per chi non ha
dimestichezza con il sistema dei trasporti pubblici tedesco, è bene
ricordare che qui è possibile pagare il biglietto a bordo, e i
passeggeri sono tenuti a salire dalla porta anteriore per mostrare
eventuali abbonamenti o ticket all'autista. Alla fermata successiva l'autista accosta il bus, esce dalla cabina di guida e si avvicina alla
donna, per verificare l'età della bambina; poiché questa ha più di
6 anni, deve pagare il biglietto. La donna è una turista serba e non
capisce ciò che accade; cerca di spiegare in inglese al conducente
che non ha monete sufficienti per pagare il biglietto; l'autista si
ferma più volte per spiegare che senza biglietto la
bambina non può rimanere nell'autobus. Un po' per evitare di
arrivare a scuola in ritardo, un po' per risolvere la situazione in
modo diplomatico (l'autista non parla inglese), mi avvicino ai due e
propongo di pagare il biglietto per la bambina. La signora,
imbarazzata, accetta il mio aiuto, chiacchieriamo un po' e poi
scendiamo dal bus. Fine della storia. E ora, un po' di riflessioni.
Da un punto di vista italiano molti
tenderebbero a criticare l'eccessiva rigidità del conducente. Già
mi immagino i commenti: “Ah, questi crucchi!”, “Sempre ligi
alle regole!”, “Ossessionati dall'ordine!”, “Ě
capitato anche a me, sono tutti uguali!” e via dicendo. Una volta
in Italia ascoltavo un programma radiofonico incentrato proprio su
questo tema: un ascoltatore si lamentava, intervenendo
telefonicamente, del fatto che parcheggiando in Germania un passante
tedesco l'avesse rimproverato di avere occupato una zona non idonea
alla sosta. “Ma fatti i fatti tuoi”, è stato il commento del
Nostro, è giù grosse risate in studio! Per chiarire la ragione di questi comportamenti, cercherò ora di spiegare cosa spinge un cittadino
tedesco (non necessariamente un “tedesco”, ma chiunque risieda in
Germania e ne condivida i valori del vivere sociale) a comportarsi
come l'autista sopracitato o come il passante “pedante”.
In Germania ciò che è pubblico è preso in seria considerazione: parchi, trasporti pubblici,
scuole, ospedali, ma anche strade e marciapiedi sono visti come un
prolungamento della proprietà privata che, come tale, va curato e rispettato. Di conseguenza, gettare la confezione di un pacchetto di
sigarette in terra equivale ad imbrattare il pavimento di casa, non
pagare il biglietto in un mezzo pubblico ha lo stesso significato di
negare un prestito ad un fratello, e non pagare le tasse più o meno
è paragonabile all'atto di tradire il coniuge. Non sto esagerando:
per l'etica tedesca non esiste una così netta divisione tra la
dimensione individuale e quella sociale come da noi. Chi infrange le
regole sociali sta attaccando anche la sfera privata del cittadino,
del singolo, poiché il pubblico appartiene a tutti, dove il concetto
di “tutti” va inteso come l'insieme dei singoli cittadini. In
Italia purtroppo poche persone intervengono quando assistono ad
episodi di inciviltà (ambientale, stradale ecc) e si preferisce
ignorare questi comportamenti difendendosi con alibi come “non
spetta a me educare i maleducati”. Chi si ribella è considerato un
rigoroso ficcanaso, un astioso perfezionista, un bacchettone
moralista.
Immaginiamo ora che un estraneo entri a
casa vostra: ha le scarpe sporche, eppure scorrazza per
l'appartamento lasciando fango dappertutto; inonda il tavolo di
rifiuti; attinge a piene mani dal vostro vasetto con le monetine
(tutti abbiamo il classico piattino colmo di monetine di 10 e 20
centesimi!); urla irripetibili improperi davanti ai vostri bambini;
se avete un figlio disabile in casa, piazza una sedia davanti alla
carrozzina, ostacolando i suoi movimenti, e legge indifferente il
giornale; sputa in terra e se ne va fischiettando. Domanda: lo
lascereste andare via indisturbato? Sicuramente no. E questa è la
ragione per cui qui in Germania chi si comporta allo stesso modo
fuori non la passa liscia. Non ha vita facile chi parcheggia
nelle strisce pedonali o nel parcheggio per i disabili; chi getta la
cartaccia in strada; chi non rispetta la fila; chi non paga il
biglietto. Qui il “fuori” equivale al “dentro”: chi si
comporta così per strada è come se si stesse comportando
incivilmente a casa, perchè la strada, l'ufficio, il parco è casa
nostra. Ecco perchè i cittadini qui tendono ad intervenire più
spesso che in Italia quando assistono a comportamenti poco consoni
alla convivenza civile.
Per concludere, un consiglio: poiché
in Italia vivono molti maleducati, iniziare una crociata contro gli
incivili sarebbe una via crucis per qualsiasi povero “moralista”.
In più, si rischia di finire con le ossa rotte. Cerchiamo di
prenderla con garbo e con ironia: ci capita di vedere qualcuno che
getta una cartaccia in terra? Raccogliamo dal marciapiede il rifiuto,
raggiungiamo lo “sbadato” di turno e, porgendogli gentilmente ciò
che ha gettato, diciamogli con un sorriso: “mi scusi, ha perso
questo!”. Attendiamo quindi un caloroso grazie.