mercoledì 16 maggio 2012

Alcune considerazioni sul senso civico in Italia e in Germania


Oggi ho assistito ad una scena interessante nell'autobus che quotidianamente prendo per recarmi al luogo di lavoro. Una madre con una bambina (non tedesche) salgono nel mezzo, la madre paga il biglietto, la bambina no. Per chi non ha dimestichezza con il sistema dei trasporti pubblici tedesco, è bene ricordare che qui è possibile pagare il biglietto a bordo, e i passeggeri sono tenuti a salire dalla porta anteriore per mostrare eventuali abbonamenti o ticket all'autista. Alla fermata successiva l'autista accosta il bus, esce dalla cabina di guida e si avvicina alla donna, per verificare l'età della bambina; poiché questa ha più di 6 anni, deve pagare il biglietto. La donna è una turista serba e non capisce ciò che accade; cerca di spiegare in inglese al conducente che non ha  monete sufficienti per pagare il biglietto; l'autista si ferma più volte per  spiegare che senza biglietto la bambina non può rimanere nell'autobus. Un po' per evitare di arrivare a scuola in ritardo, un po' per risolvere la situazione in modo diplomatico (l'autista non parla inglese), mi avvicino ai due e propongo di pagare il biglietto per la bambina. La signora, imbarazzata, accetta il mio aiuto, chiacchieriamo un po' e poi scendiamo dal bus. Fine della storia. E ora, un po' di riflessioni.

Da un punto di vista italiano molti tenderebbero a criticare l'eccessiva rigidità del conducente. Già mi immagino i commenti: “Ah, questi crucchi!”, “Sempre ligi alle regole!”, “Ossessionati dall'ordine!”, “Ě capitato anche a me, sono tutti uguali!” e via dicendo. Una volta in Italia ascoltavo un programma radiofonico incentrato proprio su questo tema: un ascoltatore si lamentava, intervenendo telefonicamente, del fatto che parcheggiando in Germania un passante tedesco l'avesse rimproverato di avere occupato una zona non idonea alla sosta. “Ma fatti i fatti tuoi”, è stato il commento del Nostro, è giù grosse risate in studio! Per chiarire la ragione di questi comportamenti, cercherò ora di spiegare cosa spinge un cittadino tedesco (non necessariamente un “tedesco”, ma chiunque risieda in Germania e ne condivida i valori del vivere sociale) a comportarsi come l'autista sopracitato o come il passante “pedante”.

In Germania ciò che è pubblico è preso in seria considerazione: parchi, trasporti pubblici, scuole, ospedali, ma anche strade e marciapiedi sono visti come un prolungamento della proprietà privata che, come tale, va curato e rispettato. Di conseguenza, gettare la confezione di un pacchetto di sigarette in terra equivale ad imbrattare il pavimento di casa, non pagare il biglietto in un mezzo pubblico ha lo stesso significato di negare un prestito ad un fratello, e non pagare le tasse più o meno è paragonabile all'atto di tradire il coniuge. Non sto esagerando: per l'etica tedesca non esiste una così netta divisione tra la dimensione individuale e quella sociale come da noi. Chi infrange le regole sociali sta attaccando anche la sfera privata del cittadino, del singolo, poiché il pubblico appartiene a tutti, dove il concetto di “tutti” va inteso come l'insieme dei singoli cittadini. In Italia purtroppo poche persone intervengono quando assistono ad episodi di inciviltà (ambientale, stradale ecc) e si preferisce ignorare questi comportamenti difendendosi con alibi come “non spetta a me educare i maleducati”. Chi si ribella è considerato un rigoroso ficcanaso, un astioso perfezionista, un bacchettone moralista.

Immaginiamo ora che un estraneo entri a casa vostra: ha le scarpe sporche, eppure scorrazza per l'appartamento lasciando fango dappertutto; inonda il tavolo di rifiuti; attinge a piene mani dal vostro vasetto con le monetine (tutti abbiamo il classico piattino colmo di monetine di 10 e 20 centesimi!); urla irripetibili improperi davanti ai vostri bambini; se avete un figlio disabile in casa, piazza una sedia davanti alla carrozzina, ostacolando i suoi movimenti, e legge indifferente il giornale; sputa in terra e se ne va fischiettando. Domanda: lo lascereste andare via indisturbato? Sicuramente no. E questa è la ragione per cui qui in Germania chi si comporta allo stesso modo fuori non la passa liscia. Non ha vita facile chi parcheggia nelle strisce pedonali o nel parcheggio per i disabili; chi getta la cartaccia in strada; chi non rispetta la fila; chi non paga il biglietto. Qui il “fuori” equivale al “dentro”: chi si comporta così per strada è come se si stesse comportando incivilmente a casa, perchè la strada, l'ufficio, il parco è casa nostra. Ecco perchè i cittadini qui tendono ad intervenire più spesso che in Italia quando assistono a comportamenti poco consoni alla convivenza civile.

Per concludere, un consiglio: poiché in Italia vivono molti maleducati, iniziare una crociata contro gli incivili sarebbe una via crucis per qualsiasi povero “moralista”. In più, si rischia di finire con le ossa rotte. Cerchiamo di prenderla con garbo e con ironia: ci capita di vedere qualcuno che getta una cartaccia in terra? Raccogliamo dal marciapiede il rifiuto, raggiungiamo lo “sbadato” di turno e, porgendogli gentilmente ciò che ha gettato, diciamogli con un sorriso: “mi scusi, ha perso questo!”. Attendiamo quindi un caloroso grazie.  

sabato 12 maggio 2012

Città del NRW - Düsseldorf

Di ritorno da una visita ad un'amica, ne approfitto per fare un salto a Düsseldorf per realizzare questo breve video. Anche in questo caso, la colonna sonora non è affatto casuale: si tratta di un noto "schlager" di Rudi Carrell dal titolo "Wann wird's mal wieder richtig sommer?" (quand'è che arriva l'estate?), composizione azzeccatissima, considerato che oggi, 12 maggio, spira un vento gelido e siberiano e la temperatura è ben lontana dai 20 gradi (non lasciatevi ingannare dai raggi di sole che si vedono nelle immagini: sono alquanto tiepidi ed innocui!). Brrrrr!!!


sabato 5 maggio 2012

Città del NRW - Duisburg

Cari amici, ho il piacere di inaugurare oggi la rubrica "Città del NRW" (Nordrhein-Westfalen = Renania Settentrionale - Vestfalia), Land dove dimoro. Vi propongo per iniziare un video da ma realizzato (notare l'ambizioso sperimentalismo!) durante una uggiosa domenica di aprile a Duisburg. La colonna sonora non è casuale: "We work the black seam together" è un brano composto da Sting ed eseguito dal suo gruppo jazz rock "The Blue Turtles". La canzone è una dichiarazione di protesta dei minatori inglesi nei confronti della politica energetica pro-nucleare britannica degli anni '80. Duisburg, grande città del bacino della Ruhr,  importante polo dell'industria siderurgica, chimica e meccanica, è sede di una miniera di carbone. Negli ultimi decenni l'industria carbonifera ha gradualmente perso il ruolo trainante nell'economia della città, e al posto di zone di produzione di carbone sono stati creati parchi ed aree dedicate alla cosiddetta "Industriekultur", interessante esempio di riconversione industriale.